Riccardo Greco noi lo abbiamo difeso. Storia di una battaglia che merita di essere continuata.

Riccardo Greco noi lo abbiamo difeso. Storia di una battaglia che merita di essere continuata.

Roco Greco, chiamato Riccardo, è stato un imprenditore di Gela che dopo avere subito per anni le violenze e le estorsioni dei capimafia locali ha deciso, nei primi anni Duemila, di denunciarli, convincendo a fare altrettanto sei imprenditori con lui associati per lo smaltimento dei rifiuti del Comune e costituendosi parte civile con il patrocinio degli avvocati D?Amico e Galasso nel processo denominato “Munda Mundis”.

Si è ucciso il mese scorso perché la sua società aveva ricevuto una interdittiva antimafia e quindi cessato di lavorare. La motivazione del provvedimento è stata la pendenza di un giudizio penale nei suoi confronti originato dall’accusa dei mafiosi denunciati di essere stato comunque da loro favorito in anni lontani. Benché assolto in primo grado, sempre con l’assistenza dei medesimi avvocati, l’interdittiva gli è arrivata ugualmente avendo frattanto la Procura Generale di Caltanissetta impugnato la sentenza di assoluzione.

Una sorta di vendetta postuma, del resto preannunciata nel corso del processo “Munda Mundis” e come tale peraltro riconosciuta dalla Corte di Appello e dalla Corte di Cassazione.

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